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BENJAMI.
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RISVEGLIO
Raramente mi capita ma ci sono istanti nella mia vita in cui tutto è più chiaro, più semplice e capisco quello che devo fare, anche se, poi non le ascolto, e queste si spengono sparendo nel buio.
Il risveglio di oggi è stato uno di quegli istanti e ho capito.
Tralasciando la tristezza nel svegliarmi con la pioggia e una serie di sensi di colpa tra cui lo studio che avrei dovuto fare, ho sentito un vuoto enorme dentro di me, una mancanza che dovevo colmare, come quando la fame ti assale tutto di un tratto e sai che entro breve la sazierai. Anche io sapevo come saziarmi.
Avevo bisogno di vederti non potevo più aspettare. Senza mangiare e con poche ore di sonno mi sono diretto verso l’università.
Ho capito che quelli che prima erano solo sospetti stanno mutando in possibili realtà ma non voglio essere affrettato. Quello di cui sono sicuro è che per me è veramente difficile starti lontano e non vederti anche per pochi giorni, la sola tua presenza è l’unica cosa che da un senso alla mia inutile giornata. O almeno era così.
Quando i nostri sguardi si sono incrociati mi hai dato la solita botta allo stomaco dalla quale non so difendermi e non ho neanche intenzione di farlo. Ma subito dopo quella sensazione piacevole e talmente intensa quasi da essere dolorosa si è trasformata in vero dolore perché adesso quel poco che potevo avere non lo avrò più.
Spero che questo sia un caso isolato perché io potrei viverci di quelle sensazioni sono la mia droga, il mio propoli.
Se mai leggerai queste righe so che in questo momento stai sorridendo e mi immagino le tue labbra dispiegate che mi attirano come due calamite dalle quali spesso devo trattenermi per la voglia che ho di baciarle.
Ho paura di sbagliare per la decisione che ho preso. Non so se avrei dovuto lottare e non so se tu lo avresti apprezzato o mi avresti respinto. Per il momento rimango con questo interrogativo sperando che non diventi un rimpianto.
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